Affidamento e tempi di permanenza dei figli: perché la qualità del tempo conta più della quantità
Quando due genitori non vivono più insieme, una delle questioni più delicate riguarda come organizzare i tempi di permanenza dei figli: quanto devono stare con un genitore e quanto con l'altro. Questo tema non è puramente logistico: è parte integrante dell’esercizio della responsabilità genitoriale e ha un impatto profondo sulla relazione genitore-figlio.
1. Il significato giuridico del tempo di frequentazione
La giurisprudenza recente — come testimonia la Corte di Cassazione (da ultimo Cass. Civ., 16 settembre 2025, n. 25421) — sottolinea che il tempo di presenza dei minori presso ciascun genitore non deve essere visto solo come “visita”, ma come un vero spazio durante il quale il genitore può svolgere le sue funzioni: cura, educazione, istruzione.
È fondamentale che non ci siano solo momenti ludici o di svago, ma anche momenti “ordinari” della quotidianità:
- pasti,
- rituali serali,
- accompagnamento,
- conversazioni,
- attività educative.
Solo così il rapporto genitoriale assume un contenuto reale e non meramente formale.
2. La valutazione del giudice: il benessere del minore come criterio guida
Per stabilire tempi e modalità di permanenza, il giudice non applica regole rigide ma una valutazione ponderata, sempre focalizzata sull’interesse del minore.
Elementi fondamentali:
- Stabilità: soprattutto in tenera età, un bambino ha bisogno di una routine stabile. Ciò può comportare tempi non perfettamente paritari.
- Relazione significativa con entrambi i genitori: il genitore non convivente deve avere tempi che gli permettano di partecipare davvero alla vita del minore.
- Contesto concreto: distanza geografica, impegni lavorativi, organizzazione familiare sono elementi determinanti nella decisione.
3. Quando il tempo “non paritario” è giustificato — ma con limiti
La giurisprudenza ribadisce costantemente che non esiste un obbligo automatico di parità nei tempi. Tuttavia:
- la riduzione del tempo con un genitore non può essere eccessiva o immotivata;
- conta non soltanto la durata, ma la qualità del tempo trascorso;
- momenti come pernottamenti, pasti insieme e attività di cura non devono essere esclusi senza validi motivi
4. Il caso pratico: una decisione guidata dalla qualità
Con la sentenza Cass. Civ., 16 settembre 2025, n. 25421, la Corte ha modificato il regime di frequentazione tra un padre e il figlio di 5 anni, consentendo al padre — residente in una città diversa — di trascorrere con il minore interi weekend, anche fuori dalla residenza abituale.
L’obiettivo non era aumentare il numero di ore, ma potenziare la qualità della relazione:
consentire al genitore di assumere un ruolo pieno e non marginale nella vita del figlio.
Questa impostazione tutela la responsabilità genitoriale e il diritto del bambino a una bigenitorialità effettiva.
5. Il principio di bigenitorialità
L’art. 337-ter c.c. afferma che il minore ha diritto a:
- un rapporto equilibrato e continuativo con ciascun genitore;
- ricevere cura, educazione, istruzione e assistenza morale da entrambi.
Ciò non implica una divisione matematica dei tempi, ma una partecipazione effettiva e significativa alla crescita del minore da parte di entrambi i genitori.
6. Implicazioni pratiche
Per avvocati e genitori coinvolti in una separazione, emergono alcune linee guida:
- Negli accordi di separazione occorre considerare non solo “quanto tempo”, ma che tipo di tempo viene messo a disposizione del minore.
- Le richieste di modifica devono evidenziare il valore educativo e relazionale del tempo aggiuntivo richiesto.
- In giudizio è fondamentale dimostrare come la proposta favorisca il benessere del minore e una relazione significativa con entrambi i genitori.
Conclusione
Il diritto dei minori a mantenere un legame autentico con entrambi i genitori, anche dopo la separazione, è un principio cardine del diritto di famiglia.
I giudici non guardano solo al numero di ore, ma alla qualità dell’esperienza relazionale: un rapporto genitoriale vero è fatto di momenti condivisi, non di semplici visite.


















